“Cade a pezzi a quest’ora” di Vittorio Bodini


Uno dei miei poeti prediletti è sicuramente Vittorio Bodini, cui vorrei dedicare questa pagina del Premio e a cui mi sono ispirata per dare vita a un concorso che nasce in una terra, il Salento che è soprattutto ricca di storia, arte, tradizioni, e natura, nonché patria di numerose e celebri personalità, le quali hanno rappresentato l’eccellenza nel proprio campo a livello nazionale ed internazionale, un punto di riferimento per la cultura del Novecento.

Bodini, grandissimo poeta, narratore e traduttore è nato nel lontano 1914,  precisamente il 16 Gennaio, a Bari da genitori leccesi e infatti  cresce e studia a Lecce, fino a quando al compimento del diciottesimo anno si trasferisce a Firenze per conseguire la laurea in filosofia presso la prestigiosa Università del capoluogo toscano. Qui arricchisce la propria cultura anche grazie ad incontri importanti come quello con Eugenio Montale, Alessandro Parronchi, Piero Bigongiari, per poi fare ritorno alla terra natìa dove inizia a curare la terza pagina di Vedetta Mediterranea, periodico fondato da Ernesto Alvino, e a collaborare anche per Letteratura, dove compaiono le sue prime poesie. La peculiarità delle opere   e, più in generale del pensiero di Bodini, è la sua personalissima e significativa concezione del Sud, con le svariate contraddizioni, le molteplici e inevitabili  difficoltà e  limiti che, tuttavia, non ne riducono il fascino, anzi lo rendono, per certi versi, misteriosamente  unico e originale. Nei versi delle sue poesie, (La luna dei Borboni, del 1952 e Dopo la luna, del 1956, le sue opere più conosciute) il letterato salentino esprime la sua profonda sensibilità e la consapevolezza del “meraviglioso” che lo circonda, purtroppo spesso ingabbiato in stereotipi che distorcono la bellezza intrinseca di una terra straordinaria ma incompresa. [M.R.Teni]

Cade a pezzi a quest’ora sulle terre del Sud
un tramonto da bestia macellata.
L’aria è piena di sangue,
e gli ulivi, e le foglie del tabacco,
e ancora non s’accende un lume.

Un bisbigliare fitto, di mille voci,
s’ode lontano dai vicini cortili:
tutto il paese vuole far sapere
che vive ancora
nell’ombra in cui rientra decapitato
un carrettiere dalle cave. Il buio,
com’è lungo nel Sud! Tardi s’accendono
le luci delle case e dei fanali.

Le bambine negli orti
ad ogni grido aggiungono una foglia
alla luna e al basilico.

Vittorio Bodini
Tutte le poesie (Besa, 2010)

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Informazioni su premio letterario vitulivaria - memorial Gerardo Teni

La poesia è in noi.. Una dimostrazione di questo è il Premio “Vitulivaria”, dedicato alla memoria di mio padre Gerardo e al suo amore per la terra natìa. Il Premio “Vitulivaria” è un concorso letterario che lentamente si sta consolidando e sta conquistando un respiro nazionale tale da determinare un sempre maggior numero di partecipanti. Il Premio deve il suo nome agli elementi che caratterizzano il tacco salentino, decisamente sui generis sia per le caratteristiche morfologiche che per quelle antropologiche. Accarezzata dal vento e impreziosita da ulivi secolari, generosa e nello stesso tempo amara per essere stata a lungo sottoposta ad attacchi di popoli diversi, operosa ma anche impoverita da emigrazioni massicce verso un lavoro “garantito e sicuro”, la terra salentina ha vissuto una sua storia, parallelamente alla storia dell’Italia, ma sicuramente non ha perso la propria dignità e onestà, elementi distintivi della gente che vive in questo luogo, inebriata di vita, desiderosa di pace e, nello stesso tempo, inquieta come il vento che spira sui due mari. Terra con una connotazione privilegiata resta il Salento, un territorio di frontiera e di transito, crocevia di Oriente ed Europa, luogo di traffici culturali e commerci ma anche luogo essenzialmente poetico, di silenzio, di luce, di malinconia, di memoria, di “vigne di uve nere” e di “ulivi nel vento”, di torri, di chiese e di ninfee. Un Salento che si racconta con gli occhi, che parla di sé e del suo passato; che non è una città ma una costellazione di piccoli mondi pullulanti di vita e di storia, che dopo secoli di oblio e di silenzio escono dal loro torpore. La decisione di intitolare il Premio alla memoria di Gerardo Teni scaturisce da una duplice motivazione: il suo sentirsi "radicato" nel territorio salentino, al pari degli alberi d'ulivo che hanno secolari radici di tradizione ancestrale e la sua passione per la scrittura. Mio padre spesso mi raccontava del suo passato, dell'infanzia vissuta nel periodo della seconda grande guerra e mi ripeteva che gli sarebbe tanto piaciuto che io scrivessi un racconto sulla sua vita, sui mille avvenimenti interni ed esterni ad un'esistenza trascorsa tra momenti di dolore collettivo e individuale. Non ho ancora trasferito in pagine di storia la sua vita e la vita di tanti uomini che hanno vissuto momenti drammatici, ma almeno saprò ricordarlo nelle storie e nei versi di tanti valorosi amici di penna che vorranno portare avanti il premio "Vitulivaria".

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