Dal ricamo scucito
– turchese –
gocciolano le ore
nel tramestio di luce del mattino
e sul tappeto d’ombre
che accendono la stanza della notte
E si rincorrono
tra i fili del tempo ingarbugliato
che tesse la sua tela
e poi con unghie fragili
rovescia la clessidra
– Penelope –
scomponendo i giorni in frammenti bianchi
come coriandoli
di momenti che inseguono momenti
Nel buio che imprigiona i primi raggi
si affacciano le valigie del sole
che viaggia sui binari
tra nuvole e orologi che galoppano
– in sospensione –
e la sera coi passi d’arancio
cammina sulle orme color fumo
Sono attimi sinuosi
– tra le pieghe dell’anima –
che scrivono la vita
con polpastrelli di miele ed aceto
e nella ragnatela dei ricordi
imprimono stagioni
di lacrime rosate
o risa disegnate con il sale
dell’esistenza opaca
che incide le ferite solitarie
tra i battiti del cuore
Il tempo è neve prima di cadere
è processione d’acqua quando è ferma
e stasi di pensieri in movimento.
Carla Maria Casula
Secondo Premio Sezione B
Già dall’ossimoro del titolo “il movimento immobile”, si percepisce il richiamo a un senso filosofico del tempo, a quella dimensione connessa con lo spazio della relatività einsteiniana. Lo scorrere della sabbia nella clessidra o il giro delle lancette di un orologio sono paradigmi analogici dell’alternarsi di giorno e notte, così come delle stagioni: le ore che gocciolano “nel tramestio di luce del mattino”, la sera che avanza con “passi d’arancio” o il sole che eterno pendolare viaggia con valigie di luce sui binari del cielo. Ma il tempo è anche ciò che è in potenza e ciò che è in procinto di essere: movimento nell’apparente immobilità di uno spazio che si mostra infinito. Scritta con elegante perizia e con immagini ricche di figure retoriche. [Maria Rosaria Teni]

Il tempo – opera originale di Noemi Petrachi