“Chronos e Kairos” di Marco Furia – Finalista


Premio letterario “Vitulivaria” 2019

Sezione poesia a tema libero

finalista

Menzione d’onore

Chronos e Kairos
Marco Furia

Orsù dunque mio eterno nemico

cala il sipario sul tuo regno di terrore

non più segnerai col tuo incedere il volto amico

la tua essenza è per me un orrore

 

Con la paura del tuo scorrere li tieni schiavi

vite in catene forgiate nella paura

io vincerò dove han fallito i miei avi

tu sei il male ed io la cura

 

Mai più stroncherai giovani vite

mai più li priverai dell’immortalità

mai più li ridurrai a carcasse avvilite

mai più ruberai loro l’eternità

 

Non più lacrime, non più dolore

non più genitori a piangere i figli

non più corpi senza vita, senza ardore

nessun più strapperai coi tuoi artigli

 

Eccomi dinanzi a te mio sfidante

sono il tempo, maestro dell’umanità

perdona il mio lento incedere costante

e la mia pazienza, che a te par viltà

Tu mi accusi di essere un tiranno

di uccidere l’uomo ed i suoi cari

di portare all’umanità morte ed inganno

di arrecare supplizi millenari

 

Ma son dunque io il male assoluto?

son io della vita il calvario?

senza di me quali

conquiste avresti ottenuto?

io sono il male necessario

 

Io non sono l’antitesi della vita

ma ciò che le dona il suo valore

senza di me la via sarebbe smarrita

senza di me sarebbe l’orrore

 

Senza di me non esiste l’umanità

senza di me, kairos, non avresti occasione

di rendere ogni istante intriso di singolarità

di dare all’umano tempo gloria e valore

 

Non sono io l’umano nemico

ma nel lasciarmi scivolare inutilmente

non porto via nessun amico, ma

lo rendo immortale, eterno in ogni mente.
Marco Furia

 Il brano appare assai pregevole sia per la innovativa titolazione che per la struttura -dieci quartine a rima alternata – attestanti una conoscenza profonda dell’ars dictandi. I riferimenti letterari, la tematica e il lessico sempre puntuale dimostrano altresì un retaggio culturale degno di nota.