“Goccia di pece” di Pina Petracca


Goccia di pece

 Sarò goccia di pece

lungo la clessidra – lenta

e questo passo – lento

a rasentare il muro

mi trascina

mille passi indietro

mille passi dentro.

Fuori non è  mio

sui tappeti rossi

il brulicare d’anche tacco 12

che poi s’appende

al cappio d’un abete strangolato

a intermittenza

dai fotoni d’un led.

Vorrei non fosse mio

il conto alla rovescia

d’ auguri sbiancati

ed arrossiti per Natale.

Ma è mia la faccia nuova

un po’ dismessa ma in linea

col vestito della festa

che mai ho amato

ma ancora indosso bene.

Goccia di pece

appiccicosa e nera

-vorrei fondere  stemperarmi

sciogliermi fuggire –

Ma lenta –  lenta –

qui rimango

a misurare

la durata d’un sorriso

e la distanza emozionale

tra l’adesso d’ogni giorno

e il Paradiso.

(E non solo a Natale)

Secondo Premio Sezione A

 

La clessidra - opera di Noemi Petrachi

La clessidra opera di Noemi Petrachi

Componimento che esprime perfettamente il senso di smarrimento esistenziale fra il desiderio di vivere secondo l’anelito dell’anima ( resistendo come goccia di pece che si invischia sulle pareti di una clessidra e che ben rende il resistere all’ineluttabile fluire del tempo) e la realtà che richiede, finanche nel periodo del Natale, sorrisi e auguri di circostanza.