Premio Vitulivaria 2017 – IV edizione
Le nuvole di Sherazade
Floredana De Felicibus
V classificata
Sezione a TEMA LIBERO
Tra montagne rugginose e campagne brulle
oggi non ci sono favole, nè incantesimi,
gioca Kader coi capelli sciolti al vento
il pakol rosso in testa, ignara del giorno, della sorte.
A Dundarli sono calate le fauci della notte!
Piccola Sherazade,
la luna su nel cielo bruno
accarezza i tuoi fianchi acerbi, inciampano i fiori
serrati in pugno con i voli obliqui della tua gonna.
Ti rallegri ancora a dare nomi alle tue nuvole,
incurante degli aromi speziati di raks e narghilè,
sogni da custodire in vecchie scatole di latta:
un mare di origami policromi e arcobaleni
del tuo tempo incantato ancora inespresso.
Piccola Sherazade,
oggi la luna non accarezza la mano
della tua bambola in un immaginario girotondo,
domani non conterà i palpiti d’amore del tuo cuore,
bacerai dolcemente la cruda terra, mentre lascerai
la notte alle tue spalle. Inconsapevole del berdel, lascerai
il tuo tutto per ammaliare senza volere il tuo Mohammed.
Piccola Sherazade
dagli occhi allegri e setosi boccoli bruni,
avrai giorni di sterpi e sassi, notti di dolore e sangue,
una croce a sfregiare le tue mani innocenti,
un germoglio di vita nel tuo ventre bambino.
Anima solitaria,
solo il genio di una lampada potrebbe dare voce
al silenzio del mondo che non ascolta!
Il tuo urlo di dolore rimane sordo nella tasca
di uno spazio vuoto con l’inganno di chi avrebbe
dovuto tracciare una trincea a proteggere
l’anima candida della tua innocenza.
E rimane, sospesa a mezz’aria una speranza,
di tappeto volante, desiderio di fuggire dall’inferno degli angeli.
Rincorri ancora le tue nuvole piccola Sherazade,
non sai che a volte fanno la spia ed ascoltano gli angeli?
Menzione d’onore
Poesia di grande attualità “le spose bambine” è il file rouge del testo poetico. L’ autore ha saputo esprimere con immagini poetiche altamente simboliche l’infanzia negata che non ha nessun potere di scelta. Anche se le leggi di tutela dei diritti umani internazionali e nazionali lo proibiscano, purtroppo i matrimoni precoci continuano a rubare non solo “l’infanzia” a milioni di bambine, ma un futuro dignitoso dove “l’inespresso” possa esprimersi liberamente. La poesia denuncia il silenzio del mondo dinanzi alla tragedia di un’infanzia violata, derubata dei propri sogni.

ph Eleonora Mello