Se il canto migliore non è ancora cantato
l’alba rosata non ancora sorta
l’ebbrezza delle altezze è da scoprire,
navigheremo mari
non ancora solcati
berremo a nuove fresche cascate.
Il profumo più inebriante è da annusare
la sinfonia più sublime da comporre;
la parola non coniata
l’arco non ancora teso
la freccia non scoccata.
Non risuscitata questa carne.
Allora è tardi, non ho tempo
ho fretta di spiarti, Vita.
Avidamente, irrevocabilmente
senza pazienza.
Le distanze annulla,
incalzami veloce.
Se ancora è da afferrare il meglio,
vola mio canto vola, se ti è dato,
conquistati spazi cieli mari
spartiti note sillabe parole;
gusta assapora, in fretta.
Se ti è dato.
Maria Felicita Cordella
Finalista Sezione B
IX classificato
Il titolo “Navigheremo mari” è un’esortazione ad abbandonarsi all’anelito di conoscenza, ad assaporare ogni aspetto dell’esistenza colta nella sua interezza per nutrirsi di ogni fibra o atomo divita. Tutti noi siamo un po’ come Ulisse, sempre alla ricerca di una nuova emozione, e per ogni altra scoperta vale la pena di varcare le nostre “colonne d’Ercole”. Il desiderio di realizzare qualcosa è come respirare e in sostanza risponde al cartesiano “cogito ergo sum”. Ma c’è il senso di una caducità sempre imminente, di una spada di Damocle che incombe. Tutto ciò che di più bello esiste non si è ancora realizzato: “il canto migliore non è ancora cantato”, “la sinfonia più sublime è da comporre”. Solo la voce del poeta e il suo canto può conquistare “spazi, cieli, mari…- note, sillabe, parole”. Ricordando Gibran: “Il più bello dei mari è quello che non navigammo”. [A.Teni]