“Navigheremo mari” di Maria Felicita Cordella


Se il canto migliore non è ancora cantato

l’alba rosata non ancora sorta

l’ebbrezza delle altezze è da scoprire,

navigheremo mari

non ancora solcati

berremo a nuove fresche cascate.

Il profumo più inebriante è da annusare

la sinfonia più sublime da comporre;

la parola non coniata

l’arco non ancora teso

la freccia non scoccata.

Non risuscitata questa carne.

Allora è tardi, non ho tempo

ho fretta di spiarti, Vita.

Avidamente, irrevocabilmente

senza pazienza.

Le distanze annulla,

incalzami veloce.

Se ancora è da afferrare il meglio,

vola mio canto vola, se ti è dato,

conquistati spazi cieli mari

spartiti note sillabe parole;

gusta assapora, in fretta.

Se ti è dato.

Maria Felicita Cordella

Finalista Sezione B
IX classificato

img-20160728-wa0026

Il titolo “Navigheremo mari” è un’esortazione ad abbandonarsi all’anelito di conoscenza, ad assaporare ogni aspetto dell’esistenza colta nella sua interezza per nutrirsi di ogni fibra o atomo divita. Tutti noi siamo un po’ come Ulisse, sempre alla ricerca di una nuova emozione, e per ogni altra scoperta  vale la pena di varcare le nostre “colonne d’Ercole”. Il desiderio di realizzare qualcosa è come respirare e in sostanza risponde al cartesiano “cogito ergo sum”. Ma c’è il senso di una caducità sempre imminente, di una spada di Damocle che incombe. Tutto ciò che di più bello esiste non si è ancora realizzato: “il canto migliore non è ancora cantato”, “la sinfonia più sublime è da comporre”. Solo la voce del poeta  e il suo canto può conquistare “spazi, cieli, mari…- note, sillabe, parole”. Ricordando Gibran: “Il più bello dei mari è quello che non navigammo”. [A.Teni]