Nel cuore della terra di Carlo Stasi – terzo premio


Premio letterario “Vitulivaria” 2019
Sezione poesia a tema libero
terzo premio

Nel cuore della terra
Carlo Stasi

 Alle vittime di Marcinelle

 

Nel cuore della terra

i nostri corpi son sepolti

nel carbone che ha acceso

le nostre speranze

che ha annerito i nostri volti

che ha tolto il respiro

ai polmoni bruciati

della nostra anima

 

nel cuore nero della terra

fossili siamo rimasti

noi partiti per tornare

con la nostra terra

rossa dentro il cuore

 

ma non siamo più tornati

ai campi abbandonati

al sole al mare al vento

nel cuore della terra più nera

son sepolti i nostri corpi

i nostri cuori son rimasti

sepolti tra gli ulivi del Salento

1986
Carlo Stasi

La mancata presenza di lettere maiuscole all’inizio di ciascuna strofa conferisce una sensazione di desolata immane tristezza alla descrizione assai cruda di una tragedia, quella di Marcinelle, purtroppo legata al tema della forzata emigrazione e ad un lavoro da schiavi, nelle viscere della terra, che fine non ha. La discrasia tra i corpi e il cuore, che apre e chiude il brano, colpisce il lettore come un pugno nello stomaco.  

[NdA]
Nella Miniera di Marcinelle (Belgio) morirono ( 8 agosto 1956) 262 persone, di cui 132 italiani, 15 dei quali leccesi: Pompeo Bruno, Roberto Corvaglia, Donato Santantonio, Vito Vennenneri e Rocco Vita di Racale, Santo Martignano, Pasquale Merenda e Salvatore Ventura di Tuglie, Salvatore Capoccia e Francesco Palazzodi Salice, Pasquale Stifani di Taurisano, Cosimo Ruperto di Alezio, Carmelo Serrone di Carpignano, Cesario Perdicchia di Melissano e Salvatore Cucinelli di Gagliano del Capo.

Campo ulivi