“Non so cosa sia la poesia…” di Maria Rosaria Teni


                                           “Io non so che cosa sia la poesia,
ma la riconosco quando la sento.”
                                                            (Alfred E. Housman)

Mi è capitato di leggere questa frase del noto poeta nonché latinista Alfred Edward Housman, nato a Fockbury, nel Worcestershire il 26 marzo 1859, conoscitore profondo delle letterature classiche, ma popolare soprattutto per l’opera poetica contenuta nei due volumi A Shropshire Lad (1896) e Last Poems (1922), d’ispirazione colorata di melanconia e di pessimismo. Non potevo esimermi dal riferimento spontaneo alla tematica contenuta in questa quarta edizione del Premio “Vitulivaria”, pensando subito a quanta verità sia contenuta in questo pensiero: riconoscere la poesia dal suono che evoca, dalla voce che scaturisce dai versi che esprimono le parole dell’anima.

La poesia vive del suono delle parole come la musica vive del suono delle note, ma cosa altro rappresentano entrambe se non il suono interiore di sensazioni dettate dal “sentire la vita e viverla” attraverso le emozioni? La musica tocca le corde più profonde dell’animo umano, si affida ai sentimenti perché l’ascolto di una melodia si presta ad essere interpretata a seconda dei propri stati d’animo; la poesia, dal canto suo, offre una rivelazione di sentimenti perché affida alla parola il compito di far rivivere suggestioni ed emozioni.
Ed allora, a quanto pare, ciascuna ha la sua propria grandezza e l’inestricabile rapporto da sempre esistente tra musica e poesia si sublima nel considerare la poesia come il luogo di creazione di “un accadimento del suono” che è il seme stesso da cui fiorisce la musica.
Maria Rosaria Teni

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ph Eleonora Mello

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Informazioni su premio letterario vitulivaria - memorial Gerardo Teni

La poesia è in noi.. Una dimostrazione di questo è il Premio “Vitulivaria”, dedicato alla memoria di mio padre Gerardo e al suo amore per la terra natìa. Il Premio “Vitulivaria” è un concorso letterario che lentamente si sta consolidando e sta conquistando un respiro nazionale tale da determinare un sempre maggior numero di partecipanti. Il Premio deve il suo nome agli elementi che caratterizzano il tacco salentino, decisamente sui generis sia per le caratteristiche morfologiche che per quelle antropologiche. Accarezzata dal vento e impreziosita da ulivi secolari, generosa e nello stesso tempo amara per essere stata a lungo sottoposta ad attacchi di popoli diversi, operosa ma anche impoverita da emigrazioni massicce verso un lavoro “garantito e sicuro”, la terra salentina ha vissuto una sua storia, parallelamente alla storia dell’Italia, ma sicuramente non ha perso la propria dignità e onestà, elementi distintivi della gente che vive in questo luogo, inebriata di vita, desiderosa di pace e, nello stesso tempo, inquieta come il vento che spira sui due mari. Terra con una connotazione privilegiata resta il Salento, un territorio di frontiera e di transito, crocevia di Oriente ed Europa, luogo di traffici culturali e commerci ma anche luogo essenzialmente poetico, di silenzio, di luce, di malinconia, di memoria, di “vigne di uve nere” e di “ulivi nel vento”, di torri, di chiese e di ninfee. Un Salento che si racconta con gli occhi, che parla di sé e del suo passato; che non è una città ma una costellazione di piccoli mondi pullulanti di vita e di storia, che dopo secoli di oblio e di silenzio escono dal loro torpore. La decisione di intitolare il Premio alla memoria di Gerardo Teni scaturisce da una duplice motivazione: il suo sentirsi "radicato" nel territorio salentino, al pari degli alberi d'ulivo che hanno secolari radici di tradizione ancestrale e la sua passione per la scrittura. Mio padre spesso mi raccontava del suo passato, dell'infanzia vissuta nel periodo della seconda grande guerra e mi ripeteva che gli sarebbe tanto piaciuto che io scrivessi un racconto sulla sua vita, sui mille avvenimenti interni ed esterni ad un'esistenza trascorsa tra momenti di dolore collettivo e individuale. Non ho ancora trasferito in pagine di storia la sua vita e la vita di tanti uomini che hanno vissuto momenti drammatici, ma almeno saprò ricordarlo nelle storie e nei versi di tanti valorosi amici di penna che vorranno portare avanti il premio "Vitulivaria".

2 pensieri su ““Non so cosa sia la poesia…” di Maria Rosaria Teni

  1. Patrizia

    Un’analisi accurata e condivisa. Quel pensiero sulla poesia piace molto anche a me. Per comprendere dei versi non occorre essere dei tecnici, basta avere un’anima.

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